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Governance EdC: L' Etica

Topic: EdCTags: Governance, EdC, Etica, Mappa Mentale

Dopo la parte di "Produzione e Qualità della Vita", continuiamo lo sviluppo della Governance EdC affrontando il tema dell' "Etica".




Introduzione


Dopo aver sviluppato il tema Qualità della Vita e della Produzione, continuiamo il commento e lo sviluppo della nuova Governance precedente articolo

Qui analizziamo meglio il secondo dei punti evidenziati in quella Governance: l' "Etica".

Seguiremo sempre il modello OSAC (Obiettivo-Strategia-Azioni-Controllo) che è stato introdotto in prcedenza, aiutandoci con un po' di colore per meglio visualizzare i concetti:


  • O: Obiettivo (in colore verde chiaro)

  • S: Strategia (in colore rosso chiaro)

  • A: Azione (in colore giallo)

  • C: Controllo (in colore azzurro)





Dettaglio


Come fatto in precedenza, ecco qui l'espansione della Mappa Mentale che riguarda il punto in esame. La cosa migliore è infatti partire con il lasciare a tutti noi il tempo di guardarla e rifletterci sopra senza precondizionamenti.

Mappa Mentale della Governance EdC: parte riguardante l'Etica - ultimo aggiornamento: 09.08.2008



Elementi di Riflessione


Ecco qui alcuni spunti di riflessione che emergono dal precedente diagramma.



  • La definizione "Partecipativa" della Vision, con l'introduzione di elementi di Etica secondo la Cultura del Dare, richiede il coinvolgimento di tutto il personale. Per evitare di bloccare il processo di definizione in un lungo cammino, potrebbe essere utile suddividere il lavoro in fasi:

    1. Definizione di massima della Vision (punti cardine)
    2. Definizione dettagliata della Vision Aziendale
    3. Presentazione e rifinitura del testo


    La partecipazione del personale potrebbe essere suddivisa a seconda del grado di sensibilità all'argomento Economia di Comunione e agli aspetti Etici del lavoro, coinvolgendo i più motivati e propositivi già dalle prime fasi, e quelli meno interessati solo nell'ultima. E' comunque necessario che ci sia una convergenza di tutti, sia nella formulazione che (e sopratutto) nei suoi punti cardine
  • Tanto la definizione degli obiettivi Etici che la capacità di mettersi nei panni dell'ALTRO devono permeare tutti gli aspetti del lavoro, in modo reale e pratico allo stesso tempo.
    Ci sono alcuni metodi pratici per fare questo. Ne vediamo qualche esempio solo a titolo di spunto:
    • Inserire un paragrafo iniziale in ciascuna procedura aziendale che definisce gli obiettivi etici, in modo da dare un senso ben preciso (il perchè) alla ragione per cui le cose devono essere fatte in un certo modo
    • Inserire in ciascun meeting un punto esplicito (con le relative minute) in cui si prende in discussione il punto di vista degli "ALTRI" intesi come coloro che sono in qualche modo impattati dalle decisioni prese


    Ovviamente questi accorgimenti non sono il "fine", ma solo un "mezzo" per aiutare a costruire una cultura e una sensibilità diverse che diventino comportamento abituale. Ci sono metodologie che possono aiutare. Si veda ad esempio il "Metodo dei Sei Cappelli", sopratutto nella variante sviluppata per incorporare le linee guida dell'La Terza Strada.
    Metodi che aiutano in questo processo, ma di nuovo vanno considerati "mezzi", e non il fine.
  • Le Aziende utilizzano differenti approcci per creare eventi sociali. Il loro fine è tipicamente di "creare gruppo". Qui l'idea non è tanto quella di "fare gruppo" (questo diviene un effetto positivo ma collaterale), ma quella di aiutare le persone a rivalutare le proprie priorità, maturando una sensibilità diversa o migliorando quella già presente, in modo da permettere una nuova bilanciamento tra le necessità dell' "Io" e quelle degli "Altri". Esempi possono essere:
    • Stimolare le persone a mettere all'opera i propri talenti in modo gratuito (ad esempio organizzando corsi per ragazzi in difficoltà
      in cui ciascuno regala del tempo pe preparare il materiale e per tenere il corso, condividendo con loro quello che sa, o producendo manufatti da vendere per beneficenza)
    • Organizzare degli eventi in cui gruppi di persone lavorano insieme per il bene della collettività, donando il proprio tempo e manualità, e apprendendo magari competenze non note (pulitura aree comuni o miglioramento infrastrutture,
      ri-sistemazioni case o strutture fatiscenti).


    Questo tipo di eventi è molto educativo in quanto aiuta a maturare tramite esperienza diretta (e non solo parole) che anche chi dà gratuitamente, nell'atto di dare comunque riceve qualcosa, e alla fine tutti sono un po' più "ricchi" senza che nessuno si sia impoverito.




E per ora ci fermiamo qui.
Posted by massimo, Saturday 09 August 2008 - 10:17 (read  20117 times)
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