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LavoroA seguito del Convegno, Lavorare in Comunione
EdC è sorta la domanda: ma l'EdC è solo per le aziende?
Sembrerebbe di sì ma è proprio vero?
Cosa vogliamo fare?
L'idea èquella di arrivare a rispondere ad una domanda specifica:
"Può una associazione di volontariato diventare una Associazione di Volontariato EdC?
E poi, qualora potesse, gli sarebbe utile?Economia di Comunione = creare l'unità
Questa è stata la parte facile...
Una associazione di volontari può tranquillamente avere tra i suoi obiettivi quello di creare fratellana ed unità tra persone e/o popoli diversi. E creare una cultura dell'Unità sarebbe anche ovviamente utile.
Ci sarebbe molto da dire, ma non è il punto che serve a noi qui
Economia di Comunione = diffusione di profitti
Ecco qui si iniziano ad incontrare i primi nodi...
Una associazionedi volontariato per sua stessa definizione non genera profitti: come fare?
La conversazione con il gruppo è appena iniziata, ma vorrei riportarvi le risposte che ho provato a dare...
L'EdC nasce per qualunque attività umana che produce qualcosa. L'EdC è un modo per dire che l'uomo ha nel suo DNA il produrre, ma ha anche nel suo DNA l'Unità e il desiderio di aprirsi al prossimo in modo concreto.
Quando produce, l'uomo non FA queste cose, l'uomo E' queste cose (diffrenza non da poco), ovvero ha in ciò la sua piena realizzazione
Faccio un esempio tagliato con l'accetta: se alcuni bambini decidono di spendere del loro tempo per costruire dei giocattoli che poi vendono in modo da organizzare la loro festa di Natale, stanno facendo business personale.
Se la festa è del quartiere, stanno facendo volontariato....
Ma se il ricavato viene distribuito in parti uguali:
- a) per organizzare meglio la "squadra" per poter far meglio l'anno successivo,
- b) per organizzare la festa per loro e le proprie famiglie,
- c) per organizzare una festa di Natale anche per Bambini di un'altra nazione...
allora questa è
EdC...
E allora?
Questa idea nasce da alcuni de gli interventi durante il convegno di Castelgandolfo ed in particolare quelli che hanno evidenziato come per fare EdC serva una vera gratuità, ovvero una gratuità che non rimanga all'interno del gruppo che la genera, ma venga rivolta in modo transitivo a persone esterne ad esso.
L'esperienza maturata con alcuni gruppi di volontariato e con numerosi periodi di crisi da "carenza di risorse" mi hanno portato a concludere che quando le attività di volontariato sono rivolte a terzi "esterni", le persone danno più volentieri, quasi che sentissero realizzata la vera natura del Dare.
In aggiunta, l'essere
EdC lo considera un aspetto fondamentale al pari degli altri due...
Che ne pensate?
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Caro Massimo, il discorso è interessante e meriterebbe un approfondimento e un dialogo, perché ha aspetti variegati e diverse implicazioni. Inserisco quindi solo alcuni spunti, e già così rischio di dilungarmi Intanto una precisazione sul "produrre", questo termine è ormai fortemente associato all'idea di una economia di tipo liberista-capitalista, e mi piacerebbe togliere subito questo possibile equivoco, ritornando a un senso più "originario", ossia creare qualcosa con il proprio lavoro, trasformando o utilizzando certe risorse. In questo senso il produrre non è necessariamente legato al profitto. E in questo senso, e solo in questo, riesco a vedere un possibile legame tra EdC e volontariato.Riguardo poi al volontariato, in quanto tale: mi sembra che per una associazione o gruppo di volontariato, il fare qualcosa per altri sia già una componente essenziale, senza doverla aggiungere. Se prendiamo, per quel che vale , la definizione di Wikipedia, "Il volontariato è un'attività libera e gratuita svolta per ragioni di solidarietà e di giustizia sociale."Venendo a web4unity in particolare, (sono uno del gruppo con cui questo discorso è iniziato), già dall'inizio gli appartenenti a questo piccolo gruppo hanno puntato a mettere a disposizione le proprie competenze e conoscenze per aiutare altri a valorizzare l'internet come possibile ambiente di fraternità. Si è puntato tuttavia a non fare una distinzione troppo netta tra "gruppo" e "terzi", nell'ottica di una rete che tende, come sua caratteristica, ad eliminare le barriere. Quindi chi visita il sito di web4unity, o partecipa a un convegno, in qualche modo "fa già parte" del gruppo, attraverso dialogo e contributi, possibili per tutti.Tu però metti l'accento sul "Dare" come motore della partecipazione, e sono d'accordo che questo aspetto deve venire molto più in luce in ogni contesto di volontariato.Ti proporrei, riguardo a web4unity, di riprendere la conversazione (anche riutilizzando parte di questi discorsi) utilizzando il Forum dedicato a questo sul sito di web4unity.