Chi può certificare l’EdC?


Il bello del condividere idee sul Web e che i pensieri maturano in modo collettivo, ovvero tutti aggiungono il loro contributo.
Nella riflessione sul EdC mi è arrivato un interessante spunto, che possiamo riassumere in:

“Visto che una certificazione EdC è differente da qualsiasi altra esistente,
chi può effettuare la certificazione?”


Vediamo di ragionare su questo punto, partendo da alcune riflessioni.




Chi può certificare l’EdC?


Il profilo del certificatore modello


Chi ha esperienza di certificazioni sa che gli enti responsabili di assegnarle e verificarle sono composti da persone estremamente preparate nei processi di certificazione.
Chi è stato certificato sa anche che spesso tali persone non hanno una competenza specifica sulle attività produttive che vengono certificate.
In altri termini,

“i metodi di certificazione comuni privilegiano gli aspetti formali (il processo di certificazione) a quelli sostanziali (la conoscenza dello specifico substrato in cui la produzione avviene)”.


Nel caso della Certificazione abbiamo visto il certificarsi non deve essere un esame, ma un supporto a chi si vuole certificare, e questo può avvenire solo se chi certifica ha una profonda comprensione di chi gli sta di fronte, delle motivazioni che lo spingono e delle difficoltà che incontra e che potrebbe incontrare.
Ovviamente il certificatore deve anche conoscere bene il processo di certificazione, ma conoscere il secondo senza il primo non servirebbe.

Quindi:

“il certificatore EdC.
A questa formazione, che chiameremo di base, va sovrapposta la conoscenza dei processi di certificazione.
Questo perché il metodo di certificazione EdC deve privilegiare gli aspetti sostanziali più che quelli formali.”


Chiaramente, avere un’esperienza pregressa sulle certificazioni è un punto molto positivo, direi desiderabile, soprattutto quando ciò che si deve certificare è nuovo, ma, per dirla in un modo caro ai più tecnici, non è una condizione sufficiente.

Domande a bruciapelo…


Vediamo ora alcune risposte a possibili domande che potrebbero a questo punto “sorgere spontanee”.

Domanda 1: I certificatori devono essere tutti Cattolici o appartenenti al Movimento dei Focolari?
Risposta 1: No. La cultura del Dare è aperta a chiunque, di qualunque fede, cultura, ed estrazione sociale.

Domanda 2: Ci solo limitazioni per poter essere un certificatore?
Risposta 2: Sì. Chi volesse essere un certificatore non potrebbe allo stesso tempo essere membro di EdC SpA o di una Azienda / Ente che è certificato. Questo per evitare ovvi conflitti di interesse, che minerebbero la credibilità del processo stesso di certificazione.

Domanda 3: Il certificatore dovrebbe essere un singolo o una squadra?
Risposta 3: Nel caso delle certificazioni tradizionali ci sono pro e contro per tutte e due le situazioni: da un lato avere una persona singola presenta rischi di perdita di obiettività e accuratezza dovuti all’instaurarsi di legami di conoscenza da entrambe le parti, ma dall’altro si creano problemi di costi non giustificati (una persona basta a conoscere il processo) e lacune nella continuità della conoscenza di chi viene certificato (le squadre operano tipicamente nelle retrovie, semplicemente mandando a rotazione un membro diverso a fare l’esame di certificazione).
Fortunatamente l’EdC aiuta a cambiare il punto di vista, risolvendo l’impasse in cui si trovano le certificazioni tradizionali. Il processo di certificazione EdC dovrebbe prevedere una squadra di persone, tutte con la necessaria competenza di base, e ciascuna con una competenza specifica sui vari aspetti produttivi, sociologici, ambientali, economici, etc.: questo perché l’attività certificata deve essere compresa e supportata a 360 gradi.



Articolo tratto da: EdC Consulting Home Page - http://edc-consulting.org/index.html/
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