Crisi finanziaria mondiale o grande opportunità?


La recente (e ancora in pieno svolgimento) crisi del mercato globale è forse un male necessario per permettere di imboccare una nuova strada. Come ad esempio l'Economia di Comunione...




Lo sanno anche i sassi... o forse no?

Sta di fatto che il vecchio modo di intendere l'economia e il mercato come un puro esercizio economico, in cui gli industriali sono sempre di meno ed le holding sempre di più, in cui le azioni contano più dei beni prodotti, in cui i fondi comuni fanno il bello e cattivo tempo, in cui anche le banche, da istituti di credito si sono trasformate in enti di profitto privato, ha le ore contate. O almeno lo speriamo.
Speriamo che sia giunto al termine quel modo di fare economia basato sugli Indici di Borsa più che sulle reali capacità personali ed industriali di chi produce, in cui la speculazione finanziaria dei pochi produce danni sul lavoro duro dei tanti che producono. In cui persone che non hanno mai preso un cacciavite in mano o che non hanno mai fatto un lavoro degno di questo nome fanno circolare milioni di euro in poche ore.
Ma sopratutto speriamo che termini quel messaggio, parossistico per molte famiglie, che si possono fare soldi facili senza lavorare, solo "giocando" in Borsa.

Impariamo la lezione?

È difficile dire se impareremo la lezione, specialmente perchè prima di tutto andrebbe capito cosa si è sbagliato.
E allora proviamo a vedere se guardando con gli occhi di oggi, si riesce a capire cosa è andato storto e va evitato per il futuro.

  • La borsa è diventata un gioco. Lo so che economisti e promotori finanziari non lo ammetteranno mai, ma la Borsa, le azioni e tutti quei sistemi di investimento derivati erano all'inizio un modo per investire denaro in qualcosa di sicuro, in cui ci si poteva accollare un diverso livello di rischio, ma in cui c'erano comunque certezze legate alla solidità industriale. L'equazione meno rischio = meno guadagni funzionava, ed in cui l'Analisi Tecnica degli indicatori era ragionevolmente affidabile. Poi le cose sono cambiate, ed oggi è diventato tutto un gioco, in cui lo scopo non è più investire per garantirsi una serenità economica, ma un modo per guadagnare rapidamente. E allora il vendi e compra non è più realmente legato all'andamento industriale, ma piuttosto alla necessità di realizzare o di diversificare o di speculare. In tutto questo la grande raccolta di liquidità fatta dai fondi di investimento ha un ruolo ed una responsabilità rilevante. E quindi non stiamo più investendo: stiamo giocando a Monopoli, con l'unica differenza che i soldi e le perdite sono vere.

  • Soldi facili per tutti. Lavorare è fatica, e guadagnare richiede sudore vero. Il sistema dl trading, aperto anche ai privati, ha invece generato l'aspettativa di un possibile guadagno facile e senza fatica. Bastano pochi click. Ha anche creato una classe di "esperti" economici, ovvero persone che solo per aver la capacità di guardare l'andamento dei titoli sul televideo, si sono sentiti in grado di investire somme anche ingenti. La capacità di percepire il rischio non si è però sviluppata di pari passo, e questo ha esposto molti a delusioni cocenti, perchè in un mercato sempre più pilotato da fattori "intangibili", il privato arriva sempre a chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati.

  • Chi sbaglia non paga. Gli eventi di questi giorni stanno purtroppo rimarcando un altro errore significativo. Tutte le cicale di questo mondo, e le varie istituzioni finanziarie che hanno seguito il modus operandi più spregiudicato e antietico vengono protette da un salvagente, senza differenziarli da tutte le formichine che invece hanno avuto un atteggiamento accorto e non speculativo. Un'ennesimo "condono"... Non è questione di essere vendicativi. Affatto. Si tratta di capire quali messaggi educativi si vogliono passare alle persone. Ad oggi il messaggio è che chi sbaglia... pagano tutti.


Una occasione

Il prof. Zamagni lo ripete spesso: è tempo di passare all'Economia Civile, ovvero una economia in cui l'approccio è completamente diverso da quello attuale. Il premio Nobel al banchiere Yunus era già una luce accesa nel buio della speculazione ad indicare la strada verso questa direzione. Ma per grandi cambiamenti servono grandi eventi. E questa crisi è un grande evento. Allora è una occasione per l' EdC di rendersi visibile e di far vedere che già oggi nel mercato esistono realtà che operano in modo diverso, e che funzionano. In particolare servirebbe che:

  • Si realizzasse e pubblicizzasse una sorta di Pagine Gialle delle aziende aderenti. Per inciso, un timido tentativo c'è in questo sito, con un elenco per località . Su questo argomento c'è anche un sondaggio, attivo al momento in cui scrivo.

  • Si procedesse alla creazione di una certificazione EdC, in modo da costituire un differenziatore visibile e, allo stesso tempo, per garantirsi da abusi che potrebbero seriamente nuocere alla sua piena realizzazione. In questo sito c'è già una serie di studi sull'argomento, dal perchè ad una analisi delle peculiarità che tale certificazione dovrebbe avere.



E ci sarebbero anche tante altre cose che si potrebbero fare, ma per il momento mi fermo qui


Articolo tratto da: EdC Consulting Home Page - http://edc-consulting.org/index.html/
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